Teatro

VII Puntata - Il Lungo braccio della legge

VII Puntata - Il Lungo braccio della legge

Al commissariato, mentre il commissario Francisco B. Mayers (Pino L’Abate), è impegnato ad interrogare l’ex sensitiva Encina Moròn (Raffaella Pontarelli) nella speranza che possa aiutarlo nelle indagini sul presunto rapimento di Candela (Maria Scorza), si incontrano per caso l’artista nichilista Trisha Hinge (Carmen Pommella) e l’operaio sindacalista Huguito Capriota (Gabriele Russo nella foto) e, inevitabilmente, nasce l’amore. Intanto Sebastiàn Pierri Macao (Mariano Arenella) scopre che suo padre Alberto (Peppe Miale) di notte si esibisce come danzatore contemporaneo. Alberto decide così di ingaggiare Magnifica Panda (Martina Liberti) per eliminare cotanto pericoloso testimone.
Oramai Bizarra, una saga argentina, può contare su un pubblico fedele che non rinuncia a scoprire l’evolversi delle vicende raccontate dalla teatro-novela, e già si contano gruppi di fan di questo o quel personaggio. Su tutti il preferito, finora, è la perfida ed irresistibile Felicia Auster (la bravissima Autilia Ranieri), vera e propria dark lady della soap, erede delle televisive Alexis Carrington e Stephany Forrester.
Un pubblico che conta tra gli affezionati anche addetti ai lavori, attori, registi, scrittori e musicisti, come Giovanna Maggio, violinista al teatro San Carlo, anch’ella fan sfegatata del personaggio di Felicia e della sua interprete, che apprezza la spontaneità degli interpreti, e la capacità di improvvisazione sul palco, oltre a trovare divertentissime la gag, tanto da trascinare con se l’amica Olivella che, incuriosita dall’entusiasmo di Giovanna, ma anche dal fascino della nuova strada che Bizarra apre per un teatro seriale, e per i temi che essa tratta, dichiara: “Credo che il teatro abbia la capacità di cogliere certi aspetti della contemporaneità in anteprima, e riproporli in una chiave accessibile a tutti è un’operazione meritoria”. Un’operazione che interessa, naturalmente, anche gli esponenti dell’informazione, tra cui Graziano Graziani del settimanale Carta, che così risponde alle critiche che stigmatizzano la scelta di usare per il teatro un linguaggio finora utilizzato solo per la televisione “Credo che Spregelburd sia uno dei drammaturghi contemporanei più interessanti che abbiamo,e proprio per questo ha la capacità di sintetizzare su alcuni linguaggi e ragionare su di essi in maniera molto spiccata. Naturalmente quello della televisione è uno dei linguaggi che caratterizzano la nostra contemporaneità. È interessante la capacità di debordare, coi meccanismi del teatro, in maniera assurda, fuori ogni logica di target, così come fa la comunicazione main stream, e come finora il teatro non aveva fatto. Difficilmente quella della serialità teatrale potrà diventare una moda: le mode servono per non lavorare troppo, e qui è evidente che si lavora tanto”, mentre Francesca Gambarini di Stratagemmi-Prospettive Teatrali apprezza  “L’idea di prendere spunto da un prodotto argentino e riadattarlo alla realtà italiana, compresa la commistione di linguaggio, adatta al festival internazionale, ancor più che alla programmazione di un teatro stabile.”  Luca Mercogliano, Napoli Gay Press, si mostra divertito alla caratterizzazione del personaggio di Dubian Auster, figlio omosessuale di Felicia, interpretato da Andrea Martorano “Trovo che l’ironia con cui viene presentato il personaggio non sia assolutamente insultante, ma di grande impatto comico”.

Insomma un successo trasversale quello di Bizarra, che fa dire con rammarico ad Edoardo, trentaduenne fedelissimo della soap e fan del personaggio di Velita (Margherita Romeo) di non sopportare il fatto di non essere tra gli intepreti: “Vorrei fare parte di questo ensamble, ed invece ne sono fuori!”.      Anche questo è Bizarra!